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Ninux.org si connette al NaMeX

Thursday, January 9th, 2014

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Dopo molti anni di duro lavoro, il 15 Novembre 2013 Ninux-roma si è collegata al NaMeX per avviare una sperimentazione che sta cominciando ad entrare a pieno regime proprio in questi giorni.

Questo è un evento molto importante per Ninux perchè sancisce il parziale raggiungimento del traguardo di uno tra i più importanti obiettivi dichiarati nel nostro manifesto, ovvero “costruire un’infrastruttura di rete che punti a divenire una parte integrante di Internet”.

Cos’è il NaMeX?

Il NaMeX è un Internet Exchange Point, anche conosciuto come Neutral Access Point.

Ma cos’è un Internet Exchange Point o NAP?

Non c’è un organismo che controlli Internet nella sua interezza. Una rete può essere costruita collegando tra loro dei computer da chiunque abbia le competenze per farlo. Internet quindi è l’interconnessione a livello globale tra moltissime reti, grandi e piccole. Per favorire queste interconnessioni esistono dei luoghi in cui le reti si possono collegare fisicamente con molte altre reti in un colpo solo: gli Internet Exchange Point.

Il NaMeX è un Internet Exchange Point senza fini di lucro situato a Roma, al quale sono collegati più di 50 reti . Tra queste, da qualche settimana, c’è anche Ninux! Siamo stati accettati come membri in via sperimentale, grazie ad alcuni fattori.

Quali fattori ci hanno permesso di collegarci?

Innanzitutto, la crescita esponenziale del fenomeno delle community network in tutto il mondo ed in particolare in Europa le sta facendo riconoscere come il quinto tipo di rete: dopo quelle (in ordine cronologico) militari, accademiche, commerciali e municipali stanno emergendo le reti costruite e gestite dal basso (o Bottom Up Broadband – BuB).

Progetti di ricerca europei incentrati sulle community network, quali CONFINE e CLOMMUNITY, e conferenze di livello internazionale come Community Network Broadband 2013, International Summit for Community Wireless Networks e Battlemesh legittimano ed incentivano questo tipo di iniziative.

Ninux.org già da moltissimi anni collabora ed interagisce con le community network europee: molti eventi di carattere tecnico sono stati co-partecipati e co-organizzati nella scorsa decade, creando di fatto un movimento a livello continentale, unito dai prinicipi del Wireless Common Manifesto e caratterizzato da pratiche riprese dal mondo del software libero ed open source (FOSS), con intensi scambi di idee, riportate nel mondo del networking IP, tra l’altro già orientato ad un’estrema apertura fin dalla nascita. In questo contesto, alcuni dispositivi utilizzati per il progetto di ricerca CONFINE sono già ospitati all’interno della rete Ninux.

Un esperimento collettivo

La rete Ninux è stata oggetto di studi accademici in quanto la topologia e statistiche di traffico sono resi pubblici a chiunque voglia studiare, analizzare e sperimentare su una rete mesh reale.

In più Ninux Roma ha buoni rapporti con i suoi vicini. Alcuni provider supportano il nostro progetto in vari modi. Siamo interconnessi (in ordine cronologico) ad Ydea, Unidata ed Airmax Italia.

Grazie ad Unidata le nostre case sono tra le poche in Italia a potersi vantare di avere connettività IPv6 nativa. Le motivazioni che spingono questi operatori ad aiutarci sono legate alla nostra apertura alla sperimentazione di nuove tecnologie e alla loro lungimiranza, in modo simile a quanto avviene già nell’interazione tra la comunità del free software e varie aziende.

Don’t connect to the Internet, become the Internet!

Ninux

Ninux Day 2013 Call For Papers

Thursday, August 1st, 2013

Ninux day 2013

(English version below)

Update 29 Settembre 2013

Abbiamo avuto diverse conferme di partecipazione da parte di membri di:

  • Ninux Calabria
  • Ninux Firenze
  • Ninux Pisa (EigenLab)
  • Ninux Viterbo (TuLug)
  • Ninux Vicenza
  • Progetto Neco

 

Stiamo aspettando le risposte dei gruppi di Bologna e Friuli!

Ninux Day 2013 Call For Papers

Il Ninux Day (l’unico giorno che dura un weekend) organizzato dalla wireless community network ninux.org, si terrà nei giorni 1,2,3 Novembre 2013 al Fusolab 2.0 a Roma.

L’obiettivo e’ quello di riunire sotto lo stesso tetto membri delle wireless community italiane ed europee e tutti coloro interessati a:

  • la Rete come bene comune
  • networking spontaneo, dal basso
  • reti cittadine
  • wireless mesh networks
  • protocolli di routing
  • sistemi operativi orientati al networking
  • management e monitoring distribuito
  • servizi distribuiti e decentralizzati
  • reti resilienti
  • community automanagement
  • aspetti legislativi legati alle community networks e delle reti wireless
  • espressioni artistiche nell’ambito delle community networks o reti wireless

Se vuoi proporre un talk o un workshop pratico su questi argomenti, della durata massima di 45 minuti, invia un’e-mail a ninux-day-it@ninux.org con una breve biografia del relatore e un abstract da 50-100 parole entro il 2 ottobre 2013.

Quando: 1,2,3 Novembre 2013

Dove: Fusolab 2.0, Via della bella villa 94, Roma

Wiki: http://wiki.ninux.org/NinuxDay2013

Mailing list: http://ml.ninux.org/mailman/listinfo/ninux-day-it (it)

Blog: blog.ninux.org

Mappa dei nodi ninux: map.ninux.org

Ninux Day 2009: https://blog.ninux.org/tag/ninux-day/

Costo: gratuito, donazioni benvenute

 

Ninux Day 2013 Call For Papers

The Ninux Day (the only day that lasts a weekend), organized by the wireless community network ninux.org, will be held on November 1,2,3 2013 at Fusolab 2.0, in Rome, Italy.

The aim is to gather under the same roof members of Italian and European wireless community networks and all who are interested in:

  • the Net as a common
  • spontaneous networking, bottom-up
  • city networks
  • wireless mesh networks
  • routing protocols
  • networking-oriented operating systems
  • distributed management and monitoring
  • distributed and decentralized services
  • resilient networks
  • community automanagement
  • legal aspects of community networks and wireless networks
  • artistic expressions linked to community networks or wireless networks

If you want to propose a talk or a practical workshop on these topics, of the maximum length of 45 minutes, send an e-mail to ninux-day-it@ninux.org with a 50-100 words abstract and a short bio before October 2, 2013.

When: November 1,2,3 2013

Where: Fusolab 2.0, Via della bella villa 94, Roma, Italy

Wiki: http://wiki.ninux.org/NinuxDay2013

Mailing list: http://ml.ninux.org/mailman/listinfo/ninux-day (en)

Blog: blog.ninux.org

Ninux Node Map: map.ninux.org

Ninux Day 2009: https://blog.ninux.org/tag/ninux-day/

Fee: free entrance, donations are welcome

Una nuova isola in incubazione: Bologna

Thursday, July 11th, 2013
Bologna

Foto di: Szs (Wikipedia)

Giunge la notizia che un nuovo gruppo si sta formando a Bologna, per la creazione di una rete comunitaria cittadina nella famosa città universitaria.

Lunedì 15 Luglio 2013 infatti si riunirà il nascente gruppo per cominciare a pianificare i primi collegamenti.

L’appuntamento è Lunedì 15 Luglio 2013 dalle 18:00 alle 22:00 nella sede di RaccattaRAEE in via Solferino 41, Bologna.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Se volete entrare in contatto con il gruppo bolognese iscrivetevi alla nuova Mailing List dedicata di Bologna.

Fonte: http://ofpcina.net/?p=838

Perchè bisogna autenticarsi prima di entrare in rete?

Sunday, December 5th, 2010

Rivedendo i video degli interventi alla tavola rotonda di “Free Italia Wifi”, non ho potuto fare a meno di constatare con quanta disinvoltura si faccia passare il messaggio che una sorta di autenticazione sia scontatamente necessaria per chi si affacci in rete. Sul modo però ci si può venire incontro, dato che sembriamo tutti d’accordo (Pisanu compreso) che il decreto Pisanu abbia fatto più danni che altro.

Allora mi chiedo, perchè  è così necessario che qualcuno sappia chi sono quando mi collego a Internet?

Per questo volevo condividere tre riflessioni:

Riflessione 1: Comunicazione tradizionale vs Comunicazione via Internet
La comunicazione orale è senz’altro molto più vecchia della comunicazione digitale, si presuppone quindi che le regole a cui è sottoposta, essendo il frutto di millenni di storia, siano oggi abbastanza acquisite e condivisibili.
E allora per quale motivo posso uscire di casa e chiedere l’ora a un passante senza fargli vedere la carta d’identità (vi immaginate la scena?), mentre se lo faccio in modo digitale utilizzando il protocollo NTP devo per forza accettare che una terza parte sappia chi sono e cosa faccio?
Stessa cosa per le e-mail, per le chat, il VoIP e per gli altri miliardi di servizi che Internet offre. Finché la comunicazione è orale o scritta è una assurdità solo il pensare di esibire ogni volta un documento (pensiamo anche alle poste dove possiamo spedire lettere senza specificare il mittente). Quando la comunicazione passa attraverso Internet invece cambia tutto e l’autenticazione diventa la più scontata delle cose.
Continuando il confronto, non è che non ci sia mai richiesto di presentare un documento. Ci sono molti casi in cui è necessario autenticarsi anche nella “vita reale”, e in quei casi, guarda caso, appare giusta l’autenticazione anche quando si passa su mezzo elettronico.
Quando andiamo in banca dobbiamo mostrare la carta d’identità così come quando andiamo sul sito web della banca è necessario -giustamente- autenticarci.  Idem se vogliamo ritirare un pacco alla posta, e infatti Gmail giustamente ci chiede la password prima di farci vedere la nostra posta elettronica.
Questo tipo di autenticazione però è un’altra cosa. E’ una autenticazione “end-to-end” tra il fornitore e il fruitore di un servizio (banca/posta). E gli operatori che ci danno la connettività ad Internet che c’entrano? Nulla, appunto…


Riflessione 2: E il terrorismo? L’autenticazione serve a prendere i cattivi!
Il trucco di scandalizzare l’opinione pubblica con i “cattivi” (pedofili, terroristi etc etc) per far passare come accettabili dei “piccoli sacrifici”  come l’autenticazione per l’accesso alla Rete, è ormai vecchio come il cucco sia per quanto riguarda l’ambito digitale che non. Qualcuno, forse un precursore, nel 1936 scriveva che “Chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere“.
Supponiamo di fare volentieri questo sforzo e che tutti gli utenti di Internet in Italia sono d’accordo per far registrare agli operatori chi sono e che fanno, in modo che le autorità all’occorrenza possono controllare i file di log. Questo basterebbe per prendere i cattivi?
Decisamente no!! infatti per gli utenti più “smart” ci sono migliaia di modi per eludere i controlli. Se fossimo veramente dei “cattivi” cosa potrebbero fare le autorità italiane per beccarci se cifrassimo il nostro traffico e lo spedissimo in qualche stato estero attraverso una VPN?
O dovrebbero risolvere alcuni problemi matematici piuttosto complicati per decodificare il traffico cifrato (!), o dovrebbero imporre  a tutti i paesi del mondo (!!) di fare data retention a modo nostro. Ma non serve nemmeno di scomodare le VPN, per essere totalmente anonimi ci basterebbe collegarsi alla prima rete wireless aperta o “apribile” che troviamo. Se invece siamo un po’ più paronici possiamo sempre usare  l’Onion Routing. Insomma ce n’è per tutti i gusti!

L’alibi della guerra contro i cattivi appare quindi particolarmente debole specialmente se portata in ambito digitale.
A tutto questo aggiungiamo il fatto che nella nazione che ha subito l’11 settembre, gli Stati Uniti, negli hotel spesso non è necessaria nessuna autenticazione (se non per motivi di accounting o di billing).

Riflessione 3: Cosa vuol dire “autenticare chi si connette ad Internet” ?
Il fatto che in molti che ne parlano non sappiano che cosa sia nè come funzioni Internet genera dei simpatici paradossi.
Se abbiamo una rete locale a casa nostra staccata dal “mondo“, fortunatamente non siamo costretti a chiedere le carte d’identità di madri/padri/amici o sorelle che con il loro computer si connettono ad un nostro server per vedere le foto della vacanza. A questo punto però, dato che siamo amici del vicino, inseriamo un router nella nostra rete e congiungiamo le nostre LAN in modo da poter vedere anche le foto della vacanza del vicino. Dato che se scriviamo “vu vu vu guugol punto it” non ci risponde nessuno (c’è solo la nostra rete locale collegata con quella del vicino!), probabilmente secondo molti legislatori non siamo “connessi ad Internet”.
Tuttavia se anche il vicino fa la stessa cosa con un altro vicino, e così via ecco che abbiamo ri-creato Internet, e dimostrato per induzione che l’autenticazione non serve!

Conclusione:
L’autenticazione per l’accesso all’informazione genera più impicci che altro, e quindi come diceva Cavour probabilmente “la legge migliore è nessuna”. Le forze dell’ordine per trovare i colpevoli hanno altri modi che non obbligare tutti i cittadini a fornire i loro dati agli operatori. Appare quindi decisamente “contro natura” ogni qual forma di controllo sugli accessi al “mezzo Internet”. Se poi a farlo è l’Italia, spesso quello che esce è un grottesco siparietto come sintetizzato brillantemente da Adriano Casissa nel suo blog con questi passaggi:

  1. scoperta di una nuova risorsa  ( in questo caso il wi-fi )
  2. totale disinteresse da parte delle autorità ( uiaifai ? e che è ? aaaah pe annà in internette ! )
  3. divulgazione libera ed incontrollata ( lasciamoli fare … so ragazzi… )
  4. attenzione da parte dei legislatori allertati da tecnici ( Onorevole mi consenta, Le dovrei spiegare una cosa molto importante )
  5. repressione del fenomeno con divieti di ogni tipo ( occorre quindi fornire c.i. c.f. numero di scarpe ed intenzioni di navigazione)
  6. accettazione di tale limitazione da parte dei cittadini ( Panem et circenses )
  7. diffusa violazione silenziosa delle normative ( giga e giga di film porno nell armadio )
  8. repressione a campione degli insorti ( super multa all’evasor !)
  9. manifestazione di disappunto da parte di minoranze informate ( eccomi )
  10. attenzione da parte dei legislatori allertati da tecnici (bis)
  11. dibattimento parlametare tra incompetenti ( e quelli competenti messi a tacere )
  12. abrogazione dei divieti e ri-liberalizzazione totale ( w l’Italia )


OrazioPirataDelloSpazio

PS ovviamente questa è la mia opinione personale eh!




Berlino: prime 48 ore al 26C3

Monday, December 28th, 2009

Sono passate circa 48 ore dal mio arrivo a Berlino per il 26c3. Sono un po’ spaesato, mi guardo attorno curioso e rincoglionito … sono nel paradiso dei nerds … Da due giorni sono dentro al Berlin Conference Center, sempre al computer o ad ascoltare qualche talk… con pause solo per dormire o per mangiare.

La sorpresa più gradita è stata quella di trovare un vecchio amico di Ninux.org, Jonathan, che si è fatto il viaggio da Londra per venire al 26C3. Oltre a me Jonathan e Marco ho visto ieri solo altri due italiani di sfuggita con le felpe del metro olografix… ma in generale la presenza italiana è molto bassa.

In realtà qui non c’è bisogno nemmeno di alzarsi per seguire i talks, siamo tutti con IPv4 pubblico ed IPv6 e possiamo seguire i talks in streaming ad alta qualità con VLC. Anche voi da casa potete farlo! Vi scrivo seduto nell’hacker center che vedete in foto qui sotto:

Hackerspace 26C3

Ieri ho sentito due talks molto interessanti. Il primo talk parlava di quanto è bassa la sicurezza nel GSM, e di come è possibile decifrare le telefonate in real time invertendo l’algoritmo di cifratura A5/1 usando le rainbow tables. Il secondo talk invece raccontava come entrare in una rete protetta sfruttando un po’ di bug qua e la… che da soli sembrano bugs da niente, ma quando vengono messi insieme mettono in ginocchio anche una rete sicura.

Il talk degli IPv4 fuckups mi ha veramente entusiasmato ! Pidgin ed Adium sono vulnerabili se vengono usate le emoticon durante una sessione di chat, per un bug protocollare di messenger, è possibile copiare sul PC della persona con cui stiamo copiando file arbitrari invece di immagini in modo relativamente semplice :D I drivers delle schede di rete ethernet gestiscono male le MTU… e così mandando frames ethernet MTU con dimensioni “ad-hoc” è possibile spegnere e accendere le la scheda di rete un firewall ;)

Qualche minuto fa ho registrato l’IMEI del mio telefono su Event Phone. I ragazzi qui hanno installato una Base Station GSM con il software OpenBTS, un mostro software con un backend Asterisk che permette di farci telefonare tra noi usando i normali telefoni GSM… in realtà il mio telefono ancora non si è associato alla loro rete… dovrei tirare fuori l’IMSI dalla mia SIM ma senza uno stick USB UMTS non posso farlo …

C’è una stanza con tutta gente che salda, stampanti RepRap, quadkopters e spippoli vari per musica elettronica …

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per ora vi lascio, quando torno a Roma farò un resoconto completo :D Sono seduto al tavolo “wireless” insieme a svariata gente di Freifunk ed OpenWRT. Non tutti possono sedersi qui, se non ti conosce nessuno nel mondo del wireless dopo un po’ arriva qualche tedesco e ti invita ad andare via. Ovviamente per noi di Ninux non c’è stato nessun problema :)

Saluti da Berlino ! :D

Saverio