Capizzanux, avamposto di Ninux a Cosenza sud
Sunday, June 30th, 2013All’ingresso dell’autostrada è nato Capizzanux, l’ultimo arrivato vive un test su Scooreggione e altre fantasmagoriche avventure, degne di un nodo di frontiera.

L’ingresso dell’autostrada. In alto a sinistra, dietro l’alberello, si scorge un palazzo opaco. Capizzanux è in quei paraggi.
L’intenzione era latente. Quando i ragazzi dell’Hacklab hanno importato Ninux nella city la voce era giunta a Verdebinario e la curiosità lievitava, il desiderio prendeva forma, mancava però la spinta, il tetto, l’antenna… Insomma si è vergini anche in queste cose, quello che ci divide da una tecnologia non deriva forse da blandi fattori inibitori, incerti dubbi del tipo: la mia antenna sarà abbastanza alta e capace, mi scorno col vicino eppoi lavoro sprecato o ancora peggio: si ma poi che cci faccio co sto ninucs?
Il fu FPGDM-01
Il fattore spinta è nato a distanza di quasi un annetto: la realizzazione di un nodo per HackIt 0×10. In altre parole la nuova sfida di Ninux è stato un banzai del tipo “o la va o la spacca” e a dirla tutta l’ha spaccata, in altre parole “non è andata”.
Quante volte, nel corso della vita, il senso di sconfitta diventa il motore delle cose, si pensi agli impianti idraulici senza i quali nessun bunga-bunga avrebbe visto luce, la testata di Zidane a Materazzi, la nascita del M5S, la perseveranza di Will Coyote. Così è stato. L’ubicazione dell’evento, in quel di Via Popilia, è stato sfavorevole, nella città i margini sono alti (es. Cosenza Sud) mentre il centro si approssima sempre più verso il letto del fiume Crati. Quell’antenna era praticamente nascosta in una fossa. Fine di Hackit0x10, fine dei giochi, smonta tutto e torna a casa.
nota: test precedenti nell’area vennero fatti con gigismi,sul tetto del plesso difronte, chiedendo la corrente ai migranti che si dimostrarono entusiasti di un allaccio a 5ghz verso ninux.
Avere un binocolo è bene, vederci un albero un po meno
I test furono fatti di notte (disagio mentale+), per mezzo di una Nanostation M5 prestata dall’Hacklab. Il caso volle che un amico di una azienda cosentina dismetteva due Nanobridge M5 causa disuso, in quei giorni decisi di prenderle

Ecco il test decisivo sul punto più alto del palazzo. Il pratico netbook in una giornata dalle temperature miti. Attenti al comignolo, sarà lui il protagonista.
I test condotti con la Nanostation m5 sono stati fatti verso SPIG, il nodo Ninux montato ai piedi di SanPietroInGuarano. Il segnale era attenuato a -73dbm, non proprio un affare. Poi vennero le piccole paraboline M300. Montare e smontare la Nanobridge mi ha fatto imprecare verso i suoi creatori. Quel pistone non vuole mai uscire e il cavo rimane prigioniero per sempre…

Il test porta a inconfutabili certezze scientifiche: il segnale và meglio, sul palo arruginito, di mezzo metro più in basso; ma non chiedetemi il perchè…
Scoperta la posizione giusta con la Nanobridge e orientata la giusta inclinazione, dritta verso le fronde dell’alberello di fronte, il segnale si afferma a -68. La cosa ha spinto il sottoscritto a dire “vabè”, evitandomi di fravicare un palo per l’occasione.

Ingredienti: corrugato metri 6, cavo ftp cat5e metri 20, nasto isolante, chiave da 11, crimpatrice rj-45, plugs rj-45, grasso spray (la scivolina è per scolaretti) e l’immancabile ascella commossa. I cavi sono due, ebbene in uno sporadico momento di lucidità ho pensato alla predisposizione per un’altra antenna…

Questa opera prende il nome di “Inizio scalpello e mazzetta”. (Materiali comprati per l’occasione) prende forma sulle “pareti vergini della cucina – domenica pomeriggio”.

Rompi tutto in profondità, guarda dentro. Con un mestolo da cucina acchiappa i cavi, fuliggine antica, tira fuori tutto. Sistema la cassetta, stucca, crimpa, testa.

La sistemazione e il cablaggio dei pin è stata un pochettino amara. Ho dovuto invertire i verdi con gli arancioni
Qui termina – volutamente – la galleria fotografica. Il cavo con tanto di canalina giunge al mobiletto networking centralizzato. Una ciabatta multi-interruttore con stickers mi offre un insano senso di onnipotenza, presto minato dai primi lancinanti dubbi…
- AirOS, il sistema operativo dell’antenna, è proprietario. Mh, loffio. Ninux è una rete dinamica e in continua evoluzione, richiede software open.
- Uploadare o non Uploadare? Sburratone o Scooreggione? Chi ha scelto questi nomi? Perché l’uno e non l’altro? Entrambi, in rapida successione, sarebbe cosa immorale?
- Se devo flashare dovrò smontare tutto? è un Attacco di panico?
- Routing manuale o mesh con OLSR? E le voci su Batman, su OSPF, su altri acronimi dissonanti… Dov’é la verità per l’uomo qualsiasi?
Sulla diatriba OLSR vs. Batman ho abbracciato questa pubblicazione, sebbene dicano grandi cose su OSPF ma non ho ancora condotto alcuna esperienza. Giungo vergine sul vetusto OLSR, figuriamoci il resto.
D’altronde la rete è fatta di standard e questi devono essere condivisi. Ninux Cosenza ha dato prova di stabilità con OLSR e come disse mio cugino prima di sposarsi: “Purché funzioni”.
Sull’upload posso dire di averlo fatto lasciando l’antenna sul tetto, rischiando tutto ma affindandomi ai test della comunità romana. A parte qualche domanda banale in lista il problema subito dopo il passaggio a Scooreggione è stato quello della compatibilità. Ovvero il supernodo di SanPietro aveva le estensioni AirMax attive. E’ bastato disabilitarle.
Sulla configurazione di OLSR ho dovuto comprendere bene la mappa della rete di Ninux Cosenza e questo ha richiesto un confronto con i padri fondatori della rete. Non pensavo di dover meshare anche l’interfaccia eth. Vabè, posto la configurazione per coloro i quali ci seguiranno in questa avventura Cosentina, a patto che la personalizzino coerentemente con i propri indirizzi.
/etc/config/network
config interface 'loopback' option ifname 'lo' option proto 'static' option ipaddr '127.0.0.1' option netmask '255.0.0.0' config interface 'lan' option ifname 'eth0' option proto 'static' option ipaddr '10.87.x.x' option netmask '255.255.255.0' config interface 'backbone' option proto 'static' option ipaddr '172.17.87.x' option netmask '255.255.0.0' option dns '208.67.222.222' option ifname 'wlan0'
/etc/config/wireless
config wifi-device radio0 #option type mac80211 #option channel 36 option type mac80211 option hwmode 11na option macaddr 00:27:22:30:18:82 option htmode HT40+ list ht_capab SHORT-GI-40 list ht_capab TX-STBC list ht_capab RX-STBC1 list ht_capab DSSS_CCK-40 # REMOVE THIS LINE TO ENABLE WIFI: #option disabled 1 option distance 5000 config wifi-iface option device radio0 option network backbone option mode sta option ssid calabria.ninux.org option encryption none
/etc/config/olsrd
config olsrd option IpVersion '4' option RtTable '111' option RtTableDefault '112' config LoadPlugin option library 'olsrd_arprefresh.so.0.1' config LoadPlugin option library 'olsrd_nameservice.so.0.3' config LoadPlugin option library 'olsrd_txtinfo.so.0.1' option accept '0.0.0.0' config Interface list interface 'lan backbone' option speed '6' config Hna4 option netaddr '10.87.7.0' option netmask '255.255.255.0'
…Ah, dimenticavo. in /etc/rc.local, quì a Cosenza, eliminiamo la blackhole a 10.0.0.0; abbiamo preparato un posto al caldo lì, non rinunciateci, vi stiamo aspettando.
Inoltre Capizzanux vede Cerisano a circa 5km di distanza, chi di Cerisano cogliesse la palla al balzo si aggiudicherà un peer su misura… Magari gli sistemiamo una bella Rocket su un palo telescopico nuovo di zecca, mantenuto da sostegni per montature pesanti, insomma, come diciamo qui a Cosenza: vai mò.